Il motivo principale per la quale le persone si rivolgono a me è il dolore.
Tutti noi prendiamo in considerazione un trattamento di fisioterapia solo quando il dolore ci costringe a farlo, per questo ho deciso di scrivere questo articolo, per fare chiarezza su un concetto, il dolore, non per forza scontato.
Per aiutarvi a conoscere e riconsocere il dolore, in questo primo articolo parlerò delle caratteristiche biologiche del dolore, nel prossimo articolo invece si farà luce sulle caratteristiche psico-sociali del dolore.
Sotto il termine “dolore” si racchiudono una serie di sensazioni che sicuramente nella vita abbiamo provato tutti. Già dall’inizio del ‘900 la medicina cercava di indagare e racchiudere in una definizione tutto ciò che aveva a che fare con l’esperienza del dolore.
I primi tentativi di definire il “dolore” furono abbastanza goffi, venne descritto come una esperienza che tutti abbiamo provato, e come una sensazione spiacevole in seguito ad un danno fisico.
Decenni dopo, lo sviluppo della ricerca ha permesso agli studiosi di essere più precisi, fino ad arrivare ai giorni nostri dove oltre al danno biologico vengono prese in considerazione anche le emozioni negative legate al danno o anche ad una minaccia di danno.
Dal punto di vista biologico il dolore si divide in tre categorie:
- nocicettivo
- infiammatorio
- neuropatico.
Per un terapeuta, che sia medico o fisioterapista, riconoscere la natura del dolore è importante per offrire le migliori cure possibili al paziente.
DOLORE NOCICETTIVO
È un dolore acuto, legato ai recettori del dolore disseminati in tutto il corpo. La sua natura è di difesa e protezione, è il tipo di dolore che ti fa togliere il dito da sotto il martello (o alzare il martello, che forse conviene).
Il più delle volte è proporzionato allo stimolo doloroso, se ci si prende una distorsione alla caviglia, i recettori del dolore dei legamenti della caviglia innescano il meccanismo di percezione del dolore (che viene sempre elaborato a livello del cervello).
Il dolore nocicettivo bene o male scompare con il terminare dello stimolo, rimesso dritto il piede dopo una distorsione, il dolore acuto passa, lasciando spazio ad un altro tipo di dolore, il dolore infiammatorio.
DOLORE INFIAMMATORIO
Il dolore infiammatorio è mantenuto da un processo infiammatorio che amplifica il segnale che arriva al cervello, facendo percepire il dolore anche oltre la presenza dello stimolo.
In caso di un trauma acuto ci troviamo di fronte ad un tessuto (il legamento della caviglia) che mette in moto dei meccanismi di difesa e guarigione che sono funzionali per il corpo: a nessuno verrebbe in mente di tornare in campo dopo una distorsione forte alla caviglia: il dolore acuto ce lo ricorda e ci protegge da ulteriori danni.
Questi processi infiammatori che proteggono il corpo, possono però amplificare il segnale di dolore anche oltre il tempo necessario: ci troviamo di fronte ad un dolore di natura infiammatoria, ma con caratteristiche croniche.
Un altro esempio di dolore infiammatorio cronico è quello del mal di schiena dove, se si crea una lesione (di un disco intervertebrale, di un legamento vertebrale..) si crea una infiammazione che ci fa percepire il dolore, anche quando magari non stiamo sforzando la schiena.
IL DOLORE NEUROPATICO
Il dolore neuropatico invece deriva da una sofferenza del tessuto nervoso: classico esempio è il dolore lungo la gamba in caso di lombosciatalgia.
Il disco intervertebrale, non più integro, comprime la radice nervosa della schiena, provocando il dolore anche in zone dove lo stimolo doloroso sarebbe assente: la gamba.
Il dolore neuropatico il più delle volte non è proporzionato allo stimolo, ed è il segnale di una sofferenza del tessuto nervoso. In alcuni casi (per esempio nella sciatalgia) è semplice capire da dove deriva il dolore alla gamba, in altri casi invece questa indagine può essere più complicata perchè non legata ad una radice nervosa precisa, e può richiedere quindi un po’ di tempo o indagini mediche.
Il dolore neuropatico, quando grave, può attivarsi anche con stimoli minimi (semplici sfioramenti della cute o cambi della temperatura) poichè la conduzione del nervo è alterata, e quindi può scattare lo stimolo doloroso anche con segnali minimi.
Nonostante questa classificazione sia apparentemente semplice, non è sempre scontato riuscire a individuare la natura del dolore di un paziente poichè queste tre tipologie di dolore possono sovrapporsi o scambiarsi: pensiamo semplicemente ad un processo infiammatorio a ridosso di un tessuto nervoso: si verrà a creare un quadro misto di non immediata interpretazione.
IN CONCLUSIONE…
Con questo primo articolo abbiamo indagato meglio tre tipi di dolore che si distinguono in base al processo biologico che ne è causa, ma se l’esperienza del dolore fosse solo una questione biologica, non sarebbe il principale problema che porta una persona a chiedere visite e terapie, poichè basterebbero i farmaci anti dolorifici e anti infiammatori a risolvere il problema.
Nel prossimo articolo si indagherè meglio l’aspetto psico-sociale del dolore, aspetto che ne modifica la percezione e la rende una esperienza personale difficilmente misurabile.